29 novembre 2006

Indelebile

In ottobre a Lettere si è tenuto il XV Concorso Letterario.
Quest'anno il tema si ispirava ad una poesia di Montale, "Limoni", in cui egli racconta di un'esperienza improvvisa di corrispondenza, di gioia, che si strada nel grigiore quotidiano. Tutti hanno vissuto un attimo, un momento, anche un solo istante, in cui la possibilità di felicità si è manifestata con chiarezza. La domanda centrale era quindi: "Può quest'attimo permanere?"
Bè con sorpresa di tanti e soprattutto mia, ho partecipato anche io quest'anno.
L'ho fatto più che altro per avere un giudizio sul mio lavoro, non per altro, non sarei mai stata in grado di vincere (e infatti non è andata così).
Ma ho un pò paura che la mia poesia non sia stata capita fino in fondo.. forse sono stata un pò criptica, me ne rendo conto anche da sola, ma dopotutto non avevo scritto per colpire una giuria e vincere un concorso, avevo scritto per me, io capisco cosa voglio dire, e sono contenta di averlo reso in una forma artistica.
Ho parlato con qualche membro della giuria, mi hanno detto che se voglio un commento personale devo passare dallo Student Office, però si ricordavano della mia poesia.. hanno detto che ersa piaciuta anche quella, e che ha fatto parte del ballottaggio... mah! Io ci credo poco, penso che l'abbia detto più che altro per non scoraggiarmi troppo, ho apprezzato.
Appena saprò le loro critiche precise ve le farò sapere...

Siccome tengo anche alle vostre critiche, ai vostri commenti e suggerimenti... vi "presento" INDELEBILE:

Laconici sguardi rivolti, al mare,
Alla luce del faro, scenari di

Favole di felicità
Eterna , che ci accompagnano
La sera, ogni notte, quando
In sogno, solo, l’uomo è libero,
Capace di dissetarsi, con
I suoi desideri come scrosci d’acqua,
Tante, troppe, volte,
Alla realtà inariditisi.

Vedrò ancora i tuoi occhi curiosi,
Illuminarsi, fugacemente cercandomi
Vedrò ancora, di perla, il tuo sorriso
E si spalancherà nel profumo del sale.

Istanti di rapimento e piacere
Non sono leggere piume nel vento,
Diventano indelebili incisioni nel cuore
E lì non più sfuggevoli,
Li continueremo ad assaporare
Ebbri di te e di me, ebbri di noi, dei
Battiti nostri all’unisono
In quegli attimi in cui
L’aria, l’acqua, il sole
E tutto intorno a noi, rifletteva, noi.

Nuvole, coriandoli, aquiloni
E frenesia di colori, e fragranze, mentre
Immaginiamo un bacio, che duri per sempre.

Sì, rivivremo tutto nell’
Onirico mondo, nei
Grovigli dei ricordi,
Nell’infinito amore, ritrovando,
Insieme la felicità.

12/10/2006

23 novembre 2006

Le Tourbillon de la Vie

A volte la vita trascina in dei vortici... questo è il significato del titolo di questa nuova rubrica che si affaccia sul vostro "VeZ" (Vaniglia e Zenzero per CHI non intuisse), in cui parlerò delle avventure, vicende, riflessioni, allucinazioni che sconvolgono le gionate di ognuno di noi, in particolar modo la mia.

Quando sono stanca, il freddo è la prima cosa che sento; la seconda è la fame; la terza il sonno.....
Ieri sera, uscita da lezione alle ore 19.45 (dopo un tour de force durato quasi 12 ore), ho dovuto sopportare la prima, fiondarmi sulla seconda e rimandare la terza a dopo l'allenamento... purtroppo a molto dopo... ma questa è un'altra storia...
Dicevo.. la fame... sono andata a consumare la mia cena alla mensa della Casa dello Studente, l'Alcatraz fiorentino.. un'esperienza che vi (s)consiglio caldamente.
La mia storia comincia con una serpentina che preferirei definire, più che disumana, disanimale... sì perchè di umano, in effetti aveva ben poco.
I minuti passavano ed io ero sempre in coda nello stesso punto da cui ero partita, con la differenza che non ero più l'ultima. E qui è avvenuto il primo fatto strano... sarà stata la fame, saranno state le mattonelle bianche, sarà colpa delle luci al neon o dei vapori della cucina, fatto sta che i ragazzi in fila davanti a me (molti italiani ma anche tanti studenti extracomunitari) hanno cominciato ad aggrovigliarsi fra loro, unirsi, compattarsi, sempre di più, sempre di più, sempre di più, fino a che teste, giacconi e cappotti di colori diversi non si sono ritrovati ad essere niente più che la pelle squamosa di un serpente gigantesco, per l'esattezza un serpente a sonagli, i cui anelli, dal suono udibile anche a 30 metri di distanza, una volta probabilmente erano l'anonima cassiera, ed il cui corpo si intersecava viscidosamente tra i banchi del cibo, culminando nella "testina" triangolare, che io però non riuscivo a vedere, accecata com'ero dal bagliore di quegli occhi avidi e immobilizzata dalla paura di quella bocca enorme aperta su di me e pronta ad attaccare la sua preda della serata, divorarmi e digerirmi nel giro di un nano secondo..
E infatti ecco che mi si avvicina, spalancandola sempre di più, ancora e ancora, fino a che... mi chiede "ssssscusssssa sssssai che ore sssssono?"..... sbatto gli aocchi, mi schiaffeggio un poco, ed ecco che la bocca è diventata una ragazza, anche carina, alta più di me, con dei capelli rossi e ricci e qualche lentiggine sul viso.. chissà, forse si chiamava Anna.
Il punto è che al suono di quelle parole tutto torna normale... gli occhi del serpente che mi avevano quasi ipnotizzato in realtà non erano che due cellulari, le mie "squame" erano di nuovo con i vassoi in mano a litigare con i cuochi e la cassiera torna a strisciare tesserine della mensa e a farsi pagare 3€ per un piatto di pasta scotta. un budino e una mela..... 2,10€ se lasciavi la mela.. Sarà anche stata un'allucinazione, ma mentre me ne andava a sedere col mio vassoietto ho sentito un sssssibilo.....

Purtroppo la serata non è finita lì.... e sperare di riuscire a mangiare in un tavolo decente, specie da sola, è un'impresa che non sono riuscita a portare a termine, e così mi sono messa in un tavolo lungo, comunitario... comunitario per modo di dire... quando mi sono seduta per mangiare, l'unica cosa che avevo davanti era il muro, ma non a 1 o 2 metri.... bensì a 20 cm dal mio viso..... e la prima persona a un metro di distanza alla mia sinistra, ed aveva una faccia molto incupita... ci credo, come si fa a sorridere con delle pietre di fronte, proprio come i carcerati, l'ho detto io che quello è Alcatraz! La cena deve essere un momento di rilassamento, mangiare in compagnia, conoscere persone, fosse anche solo per la breve durata del consumo del tuo pasto! Quando sarò eletta presidente della repubblica sarà la prima cosa che cambio! Il minimo che farò sarà dare la possibilità agli studenti di scrivere sul muro i propri pensieri, così chi ci mangerà dopo almeno avrà qualcosa di costruttivo da fare mentre mangia.
Io quindi, durante la mia misera cena pre-allenamento, ho avuto un muretto di pietra come interlocutore e adesso tante cose mi si fanno più chiare, ad esempio perchè la gente parla da sola... in realtà parla con qualcuno che gli altri non vedono, ed io nel mio muro ho priettato mentalmente una figura sconosciuta che mi raccontava i pettegolezzi e le cose strambe che erano avvenute all'interno della mensa.... sapeste che risate mi sono fatta, me ne ha dette veramente di tutti i colori... eh sì... sì.... sì.... chissà, forse quello sulla pasta non era propriamente formaggio....

19 novembre 2006

Un quartino di vino, un quarto d'ora, un quarto di secolo...

Lo so che speravi di scamparla, hai fatto di tutto, hai tentato anche di corrompere Cronos, ma ti è andata male.... a 25 ci sei dovuta arrivare!
Dai Laurina... è un traguardo che bisogna tagliare, ma questo non vuol dire che invecchi! Come ti ho già detto adesso hai mille ragioni in più per spaccare il mondo, quindi datti da fare!
A me piace ricordarti in questo giorno come sei: senza considerare età, titoli, stato civile ecc. ecc. ecc... ma solo il tuo carattere e la tua personalità... mi diverto quindi a pensare a come ti senti a disagio a mangiare una pizza in macchina (l'unica volta che abbiamo finito di mangiare insieme!),

a pensare a quando ti ostini a lisciarti i capelli

e invece stai benissimo riccia,

a quanto a volte basta poco per farti emozionare,

e quanto basta "poco" per farti arrabbiare, (ad esempio pubblicando questa foto)

oppure devastandoti i piani (il nostro era quello per Bologna..)

ripenso alle nostre vacanze... a tutti le foto in cui dormi,

ai momenti di crisi e a quelli di sclero, alle nostre lotte e botte...

Ripenso che in tutti i momenti più belli e più brutti dei miei ultimi anni tu ci sei sempre stata, e quindi sono felice di averti incontrata!
Ti voglio bene!
Un bacio enorme e buon compleanno!!
Costy
ps. è bello anche pensare che in apparenza tutti ci vedono come 2 ragazze "sane" e "laureate" ......

.....e invece non siamo altro 2 pestifere "asinelle"!

BUON COMPLEANNO!!!!!

14 novembre 2006

Destino, destini, destinazioni

Destino è la forza improvvisa che ti coglie quando torni a casa stanco dal lavoro, che quando tu vuoi coricarti ti esplode dentro e ti fa uscire con gli amici, a ballare, per divertirti, pensando di trascorrere una piacevole serata, tranquilla, distensiva, di libertà, senza neanche immaginare che grazie a quella forza, quella sera con una virgola di luna nel cielo, cambierà la tua vita.
Quella forza ha fatto sì che i miei genitori si incontrassero, si conoscessero, si innamorassero e mettessero su famiglia.
Il destino mi ha portato da loro il 9 febbraio 1983, lo stesso destino ha condotto, in quello stesso istante, me alla mia mamma e Simone alla sua; da quel momento noi siamo amici di culla, e lo saremo per sempre; lui è stato il primo destino diverso dal mio nel quale mi sono imbattuta.
Destino è un desiderio espresso.
Destino è un desiderio avveratosi.
Destino è Alice, mia sorella, il mio desiderio esaudito, un fiocco rosa sulla porta il 23 marzo 1987.
Destino è un'intuizione, una scelta, un salto, è un'accorciare la scuola di anno, è scegliere di lasciare gli amici dell'infanzia per trovarne di nuovi, lasciare dei destini per incrociarne altri, per crescere con quelli e cercare, in mezzo alle loro, la mia strada.
Destino è carattere, è la voglia di dormire la mattina, è la scuola dietro casa con le aule a pian terreno dove puoi entrare anche quando sei in ritardo passando dalla finestra, è il banco dietro al tuo dove conosci l'amore per la prima volta; destino è il ragazzo che all'uscita della scuola distribuisce il volantino di un corso di fumetto... ritrovarlo in tasca qualche giorno dopo e aprirlo sarà come aprire una nuova grande finestra sulla mia via, che modellerà come creta la mia identità e personalità, che mi spingerà verso studi creativi.
Destino sono le persone vissute prima di me, le grandi vite a cui mi ispiro o da cui traggo emozioni, dove comincia la magia che trasporto nella mia, di vita.
Destino è un lancio, la zaino della Laura gettato sulla sedia accanto alla mia a lezione di comunicazione, il gesto che narra l'inizio della nostra amicizia, tutta speciale.
Destino è anche destinazione, ed io per anni ho creduto, voluto, sperato! che la mia fossero riccioli biondi e ribelli, occhi celesti, curiosi ed esploratori, uno spirito avventuriero, mai sazio, lo spirito di un poeta, ma anche e soprattutto uno spirito libero, leggero, che però puoi solo amare e non trattenere, di cui puoi solo essere una presenza che ne osserva il volo, ma da lontano, perchè chi ha le "ali" nel nome non può far altro che volare.
E quindi il destino torna ad essere un sogno, l'incrocio con una scia, che però ha dato grandi insegnamenti e un senso, il più profondo, a me stessa, a ciò che sono diventata, e che, per successione di eventi, mi ha portato ad un'altra personcina, ormai fondamentale nella mia vita.
Destino è il futuro, è ciò che attendi ma non aspetti, che stupirà portandoti all'incontro con l'altro capo del filo rosso.
Destino è il mondo che costruisci con i mattoni che ricevi da Dio e dalla vita, e devi fare in modo che sia il più bello possibile.

06 novembre 2006

Destino.... o sfiga pura?

Salve a tutti!
Spinta da eventi recenti che mi hanno fatto riflettere e pensare (sì, ogni tanto lo faccio anche io) oggi ho creato un test... tranquilli, i piedi non c'entrano!!
E' un test che riguarda me e voi, la nostra conoscenza, la nostra amicizia....
La dimostrazione reale del motivo per cui noi ci siamo incontrati... è stata la mano destino o c'è di mezzo lo zampino della sfiga, della malasorte, della sfortuna, della jella?
Fate questo test e vedete che punteggio ottenete....
Più arrivate vicino al 100 più tutto vi sarà più chiaro!!!
Potete cliccare semplicemente qui sotto o nella colonnina di destra!!

Destino... o sfiga pura?

Mi raccomando!! Non boicottatelo!!
E' la vostra occasione per sbarazzarvi di me! ^_^ !

04 novembre 2006

4 novembre 1966

È l'alba del 4 novembre 1966, 40 anni fa, quando, dopo alcuni giorni di piogge intense e ininterrotte, l'Arno rompe gli argini a Firenze: l'acqua inonda le strade e sale fino ai primi piani delle case. Una targa, posta in via dei Neri ricorderà il punto più alto raggiunto dall'ondata di piena: 4 metri e 92 centimetri.
«Tutto è cominciato all'improvviso, senza segnali, senza che fosse possibile sapere in tempo...», come recitava con voce commossa Richard Burton, nel commento alle prime immagini di quella catastrofe. Una grande tragedia, un evento che ha segnato per sempre la storia della città e che è rimasto incancellabile nella memoria non solo dei fiorentini, ma del mondo intero.
Tutti i musei, le chiese, i luoghi d'arte sono allagati: l'acqua entra in Palazzo Vecchio, nel Duomo, nel Battistero, mentre la furia del fiume sventra le botteghe degli orafi sul Ponte Vecchio, procurando gravi danni anche al soprastante Corridoio Vasariano.
Il Crocifisso di Cimabue della Basilica di Santa Croce, gravemente danneggiato dall'acqua e dal fango, diventa simbolo della tragedia che colpisce non solo la popolazione, ma anche l'arte e la storia. Le acque si ritireranno due giorni dopo, lasciando Firenze sepolta e imbrattata da fango, nafta e montagne di detriti e masserizie. Decine di persone morirono, mancarono l'acqua, i viveri el'energia elettrica per giorni.
Ma, nella costernazione per l'immenso disastro, sorge immediato e prepotente uno spirito di solidarietà che coinvolge non solo i fiorentini, ma anche volontari provenienti da ogni parte d'Italia e del mondo: si comincia a spalare il fango, a distribuire i viveri e, con straordinario spirito di sacrificio, migliaia di giovani si dedicheranno a recuperare dal fango i quadri, i libri, le opere d'arte, dando il loro contributo decisivo per salvare il patrimonio artistico di Firenze, così gravemente danneggiato dallo scempio dell'alluvione.




Questo, più o meno, è ciò che si legge sui quotidiani oggi….
Inoltre a Firenze sono in atto molte cerimonie, mostre, eventi particolari, giochi di luce sull’Arno. Vedere il documentario di Zeffirelli è stato molto commovente. I luoghi in cui sono abituata a passeggiare quotidianamente, i viali davanti alla mia università, gli argini del fiume che vedo dalla finestra della biblioteca, crollati con la semplicità con cui si distrugge un castello di sabbia.. Come affronterebbe oggi Firenze un disastro del genere? Non so, forse con le strutture di oggi, è quasi impossibile che riaccada, ma i piccoli torrenti limitrofi alla città continuano a mostrare la forza della loro acqua… Il Bisenzio, il Mensola, il Mugnone, il Grassina (per citarne alcuni) si fanno ancora sentire di tanto intanto, e mia nonna ne sa qualcosa. La Natura è una potenza da non sottovalutare.

In ogni caso, Firenze è risorta da quel disastro, forse più bella di prima, sicuramente più forte, e conscia della sua importanza e del rispetto che le porta il mondo, perché ciò che non distrugge fortifica e perché la mia città è un museo all’aperto, una perla rara, magica, patria di arte, cultura, poesia e una fonte di orgoglio.

(E poi, vogliamo dirlo? E’ la città in cui vivo io… se non è un motivo di importanza questo!!!!!)