09 ottobre 2006

Brezza Marina

La carne è triste, ahimè! E ho letto tutti i libri.

Fuggire laggiù, laggiù! Io sento uccelli ebbri

D'essere tra l'ignota schiuma e i cieli!

Niente, nè antichi giardini riflessi dagli occhi

Terrà questo cuore che già si bagna di mare

O notti! Nè il cielo deserto della lampada

Sul vuoto foglio difeso dal suo candore

Nè giovane donna che allatta il bambino.

Io partirò! Vascello che dondoli l'alberatura

L'ancora sciogli per una natura straniera.

E crede una noia, tradita da speranze crudeli,

Ancora nell'ultimo addio dei fazzoletti!

E gli alberi forse, richiamo dei temporali,

Son quelli che un vento inclina sopra i naufraghi

Sperduti, nè antenne, nè verdi isolotti...

Ma ascolta, o mio cuore, il canto dei marinai.